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Umag da favola: Set and the City porta bene

Jannik Sinner vince il singolare, Bolelli/Fognini il doppio. E poi Agamenone e Zeppieri. E poi...

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Titolo di singolare (Jannik Sinner), titolo di doppio (Fabio Fognini e Simone Bolelli, a segno dopo aver annullato 8 match-point, 6 dei quali consecutivi), altri due semifinalisti in singolo (Franco Agamenone e Giulio Zeppieri, entrambi provenienti dalle qualificazioni). Il torneo di Umag, edizione 2022, resterà nella storia come uno dei tornei Atp migliori di sempre nella storia del tennis italiano. Un intreccio di storie e di personaggi che hanno confermato la straordinaria crescita di un movimento destinato a vivere tante altre gioie nel prossimo decennio.


Noi di Set and the City c'eravamo, a Umag, e allora – con un briciolo di orgoglio – possiamo dire che abbiamo portato fortuna. Del resto lo aveva anticipato Lovorko Magdic – detto Lorenzo – che sarebbe stata una settimana memorabile. Giornalista della radio nazionale croata (come della televisione), Lovorko è persona appassionata e competente, spesso a fianco dei campioni del suo Paese, da Goran Ivanisevic a Marin Cilic. Con lui abbiamo rivissuto le imprese di Cavallo Pazzo Ivanisevic, in particolare quella straordinaria di Wimbledon 2001, un successo quasi fuori tempo massimo che ha cambiato totalmente la percezione del personaggio. “Per seguire quel match – ci ha confidato 'Lorenzo' – a Zagabria fermarono persino un funerale. Oggi Goran è un eroe nazionale, ma ovunque vada nel mondo è riconosciuto come uno dei grandi del tennis di ogni epoca, malgrado abbia vinto un solo Slam”.


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L'incontro con Lovorko è un omaggio inatteso degli organizzatori, di Jasminka Vidan-Vas e di Loretta Krota, angeli custodi della stampa e di tutti coloro che a Umag arrivano per lavorare attorno al torneo, tra i più amati dai giocatori e dalla gente. Essere letteralmente a due passi dal mare aiuta, ma non basta. Per creare un torneo di successo, per riuscire ad arrivare a 32 edizioni superando anche gli anni bui della guerra, ci vuole competenza e ci vuole passione. “Non ci fermiamo mai su ciò che abbiamo ottenuto – spiega il direttore Tomislav Poljak, 35 anni, ex giocatore e oggi parte di Starwing, l'agenzia che segue tra gli altri Jannik Sinner – e anzi cerchiamo ogni volta di correggere quei piccoli dettagli che possono fare la differenza. Organizzare un torneo Atp è un impegno che richiede un anno di lavoro, è uno sforzo collettivo che adesso ho l'onore di dirigere. Per me è un grande orgoglio essere alla guida di una macchina così ben rodata”.

Poljak ha ragione di essere orgoglioso della sua creatura. Nato nel 1990, quando nella ex Jugoslavia c'erano ben altri problemi da affrontare, l'evento ha resistito agli anni più duri, quelli del conflitto a due passi dall'Italia. “Quando l'Atp aveva quattro nuovi tornei da inserire in calendario – spiega l'ex direttore Zlatko Rasberger, per 20 anni alla guida dell'evento – fu scelta Umago insieme a Estoril e a due città di ben altre dimensioni come Mosca e Pechino. Ovviamente la prima preoccupazione dell'organizzazione che dirigeva il circuito mondiale era quella di assicurarsi del fatto che Umag fosse un luogo sicuro. Così ricevemmo diversi sopralluoghi, fino a che l'inserimento diventò ufficiale. Per tutto quello che è arrivato, devo anche ringraziare due italiani, il compianto Franco Bartoni e Vittorio Selmi: senza il loro supporto, probabilmente il torneo non si sarebbe fatto”.


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Ascoltare le storie di allora e vivere a 360 gradi il tennis di oggi. Come quando Nicola, terza categoria proveniente da Bergamo, recupera in extremis una racchetta e va a rispondere a Fabio Fognini durante un momento del Kids day: il ligure sta al gioco, Nicola – che a tennis sa giocare molto bene – si inventa una volèe di diritto stretta imprendibile e fa il 15. Poi arriva pure la foto con il davisman, da aggiungere alla collezione. Le foto e gli autografi sono sempre ben accetti, ma in realtà Set and the City è altro.


Per esempio, nel caso di Umago 2022, è il Tour del Centrale, con passaggio dalla interview room, dalla players lounge, da tutti quei luoghi normalmente off limits per gli appassionati. Oppure ancora è la meravigliosa chiacchierata di quasi un'ora con Simone Tartarini, che racconta i dettagli tecnici del lavoro con Lorenzo Musetti, facendo restare a bocca aperta – letteralmente – maestri e allievi. Oppure è il dialogo con due dei semifinalisti, Franco Agamenone e Giulio Zeppieri, che si tramuta poi in una sessione di consigli utili su come affrontare il proprio cammino – a prescindere dal livello raggiunto – nel mondo del tennis e dello sport. Non solo Italia, però. Tra gli ospiti c'è anche Carlos Berlocq, coach argentino che si è ritirato da pochi anni e che oggi segue nel Tour la promessa albiceleste Tomas Martin Etcheverry. Anche Carlos, che in carriera ha avuto l'onore di affrontare tutti i Fab 4, concede la sua enorme esperienza per un tempo ben più lungo di quello accordato. Perché in fondo parlare di tennis è parlare di vite, e a tutti piace condividere un pezzo del loro percorso con coloro che fin qui – quel percorso – lo avevano potuto vedere soltanto da fuori.


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